28 novembre, 2011

23 novembre, 2011

Clins d'oeil

À Maïté


et je n'ai pu m'empêcher de penser à J@M avec sa série de 'Paraît qu'à Venise... et de me demander ce qu'il aurait ajouté en voyant cette façade!


et à Françoise


Joli coin vert non loin de la gare maritime au bout des zattere


19 novembre, 2011

Giovanni Battista Ferrandini (1710-1791)


 Un petit billet pour vous faire part d'une belle découverte musicale. J'ai d'abord cru qu'il s'agissait d'une pièce d'Haendel, puis en faisant quelques recherches pour en apprendre plus, j'ai découvert qu'elle était d'un compositeur vénitien nommé Giovanni Battista Ferrandini! J'ai hâte d'écouter ce qu'il a fait à part cette magnifique cantate sacrée.

Sventurati miei sospiri (Ferrandini) Anne Sofie von Otter

  
Anne Sofie von OTTER "Se d'un Dio fui fatta Madre" de "Pianta di Maria" Haendel 



Version par  Christophe Rousset et les Talens Lyriques avec Vivica Genaux 

Quelques approfondissements au fil du net:
La cantate sacrée italienne Il pianto di Maria a été longtemps attribuée à Haendel, alors qu’elle est de Giovanni Battista Ferrandini (1710-1791). Elle reste comme le portrait bouleversant d’une mère rebelle qui crie sa douleur, accuse le Ciel d’avoir abandonné son fi ls et ose des paroles menaçantes. Autour de cette page grandiose sont rassemblés d’autres moments forts : notamment le Pianto della Madonna de Monteverdi, une contrefacture pour voix seule du célèbre Lamento d’Arianna.

Discipline relativement récente, l'Histoire du sentiment religieux a donné lieu à des ouvres aussi remarquables que méconnues. Cette méconnaissance s'explique essentiellement par une difficulté de positionnement : trop ardues pour le profane, ces ouvres ne satisfont guère les croyants, qui n'apprécient guère ces incursions laïques dans le royaume de Dieu. Aussi séduire le public implique-t-il de passer par un autre médium que l'écriture. La soprano argentine Bernarda Fink aborde ainsi la question sous un angle musical. Ces Lamentations de la Vierge s'efforcent en effet de sonder les différentes formes de la dévotion religieuse, en particulier mariale, dans la musique du XVIIe et du XVIIIe siècle. Accompagnée par l'ensemble milanais Il Giardino armonico, Fink met en évidence la multiplicité des approches religieuses des musiciens baroques. Tantôt ceux-ci s'attachent à une figure religieuse précise (la Vierge chez Ferrandini ou Saint Laurent chez Conti), tantôt ils visent, dans une perspective déjà romantique à mettre en évidence les impressions que leur suggère un lieu de culte (la Sinfonia Al santo sepulcro chez Vivaldi), ou encore ils intègrent la religiosité dans un cadre laïc, voire païen (le Pianto della Madonna (sopra Il lamento d'Arianna) chez Monteverdi. Cette diversité d'approches représente bien l'état d'esprit d'une période de transition. Mise en branle par la Renaissance puis par les Lumières, la sensibilité religieuse devient plurielle. Il Pianto di Maria de Ferrandini illustre parfaitement cette pluralité. Quel est donc ce Giovanni Battista Ferrandini ? Il s'agit d'une figure d'italien germanisée qui passa l'essentiel de sa vie à la cour de Bavière et compta l'électeur Maximilien III Joseph parmi ses élèves. Les spécialistes se souviennent encore de lui pour deux raisons. En premier lieu, parce que son opéra, Caton d'Utique inaugure le Théâtre de la Résidence à Munich le 12 octobre 1753. Ensuite parce que Mozart et son père viennent lui rendre visite au cours de l'été 1771.     Ouvre longtemps attribuée à Haendel, ses Lamentations de la Vierge témoignent d'une piété aussi sincère qu'élevée. Tragique et tourmenté, le Ah me felice met en scène l'incertitude d'une âme en proie au doute. Ferrandini use ici de procédés habiles propres à suggérer l'hésitation : on passe fréquemment et sans transition du mode majeur au mode mineur, de la Marche à l'Andante cantabile. Page d'une suprême beauté la Cavatine Se d'un Dio fatta Madre déploie lentement un lyrisme digne des plus belles cantates de Bach. L'aria Pari all'amor immenso, anticipe pour sa part sur l'opéra italien du XIXe siècle. Ces Lamentations longtemps oubliées semblent ainsi contenir les germes de deux formes musicales « sécularisées » du XIXe siècle : l'opéra romantique et le lied.

PRESENTAZIONE DELL'EDITORE
Dando alle stampe questa nuova pubblicazione non posso esimermi dall'offrire ai lettori alcune considerazioni sulle scelte editoriali, condivise con il Maestro Maurizio Machella, che hanno guidato la redazione in edizione moderna di questa stupenda composizione.
Innanzi tutto voglio ricordare che la casa editrice Armelin persegue da diverso tempo lo scopo di riscoprire o riproporre un repertorio musicale che, purtroppo, è stato completamente o parzialmente dimenticato. Questo nostro lavoro ci ha portato a valorizzare sia compositori minori e opere considerate marginali, sia opere di famosi musicisti delle quali si era perso, parzialmente, traccia.
Un caso tipico può essere considerata la pubblicazione di questa magnifica cantata "Giunta l'ora fatal" che risulta al numero 234 delle opere del grande compositore tedesco Georg Friedrich Händel. Sulla autenticità della composizione sono sorti molti dubbi. Studi recenti di eminenti musicologi italiani e tedeschi attribuiscono questo lavoro al compositore italiano Giovanni Battista Ferrandini .
Ovviamente non voglio addentrarmi in considerazioni che riguardano gli studiosi di musicologia. Il lavoro dell'editore è quello di saper offrire al pubblico la migliore musica possibile al di là delle firme più o meno eminenti.
Che questa opera sia stata scritta da Händel, ma in uno stile poco händeliano o che, piuttosto, il veneziano Ferrandini ne sia il reale compositore, nulla toglie alla sostanza di questa cantata che è da considerare senz'altro un capolavoro del periodo barocco.
Ovviamente, in fase di realizzazione della pubblicazione, ci siamo chiesti con il M° Machella a quale dei due compositori attribuire in modo più evidente e per motivi editoriali questa composizione. La scelta è caduta su Händel per le seguenti semplici ragioni: prima di tutto nei manoscritti in nostro possesso viene riportato solamente il nome del compositore tedesco; inoltre quest'opera appare ancora nel catalogo di Händel, anche se corredata di molti dubbi di autenticità. Un altro motivo è che la attribuzione a Ferrandini non è certa. Alcuni avanzano seri dubbi come Reinhard Goebel il quale ricorda, nel booking che correda il cd nel quale ha registrato in modo mirabile l'esecuzione di questo capolavoro, che Ferrandini era un "compositore di livello men che mediocre" e alcune parti di questa composizione sono di "grande raffinatezza retorica, difficilmente concepibili in un compositore italiano del Settecento". Quindi nell'attesa di vedere chiarita questa querelle ci teniamo alla prima se pur dubbia lezione.
In ultima pensiamo che la nostra scelta di copertina G.F. Händel / incerta / Il pianto di Maria / (Giunta l'ora fatal) / HWV 234 / opera attribuita a / Giovanni Battista Ferrandini / sia al tempo stesso corretta sul piano delle indicazioni formali delle attribuzioni che di richiamo per il grande pubblico.
Mi auguro che questa pubblicazione possa stimolare i musicologi a maggiori studi che portino a definire in modo inequivocabile il nome del compositore che ci ha donato questa stupenda cantata.

IL TESTO
Giunta l'ora fatal dal ciel prescritta,
che sul Calvario monte,
con tragico apparato,
girne dovea del Creatore il Figlio
videsi anch'Ella in luttuoso ammanto,
la sconsolata Madre esser presente
alla tragedia atroce, e starne, - ah cieli!
immobil nel dolor; soltanto in vita
quanto sentir potesse
l'immensa acerbità del suo tormento.
E, mentre tutta in pianto si sciogliea,
così fra suoi singhiozzi Ella dicea:
"Se  d'un Dio fui fatta Madre
per vedere un Dio morire,
mi perdona, Eterno Padre,
la Tua grazia è un gran martire.
Ah me infelice! Ahi lassa!
Il mio Figlio divino,
da un discepol tradito,
da un altro ancor negato,
dai più fidi fuggito,
da tribunali ingiusti,
come reo condannato,
da fragelli percosso,
trafitto dalle spine,
lacerato da chiodi,
crocifisso fra ladri,
dal fiele abbeverato,
dal mondo vilipeso,
dal cielo abbandonato. E ancor non basta
se da barbare squadre il bel suo Nome
fra le bestemmie ancor non deggio udire?
Ahimè ch'Egli già esclama ad alta voce,
Angeli non l'udite?
Padre l'abbandonasti? Almen Tu, Santo Spirito,
soccorri quella divina fronte
in cui desian specchiarsi
l'angeliche del Ciel squadre, sì pure
già sparsa di mortal mesto pallore,
sopra il petto l'inchina Ei muore, Ei muore!
 
Sventurati miei sospiri
se quest'alma non scioglierete,
molto poco voi potete
molto lieve è il mio dolore.
Atrocissimi martiri
che in umor gli occhi stillate,
poco è il duol se non stemprate
tutto in lagrime anche il core."
Sì disse la gran Madre
in vedendo spirar l'amato Figlio,
insensata per duol tosto divenne
e priva d'ogni senso al suol poi svenne;
ma tosto al chiuder gl'occhi
dell'eterno Fattore,
udissi intorno un fragor di sassi,
un crollar della terra,
un vacillar del suolo,
sì del morto Signor l'agita il duolo.
Ha decretati Iddio
tre terremoti universali in terra:
un nel morir del Verbo,
nel suo risorger l'altro,
e il terzo alfine, - ahi nel pensarlo io tremo,
a quel che fia -, nel gran Giudizio estremo.
Pari all' amor immenso
fu immenso il suo patir.
E solo allora atroce
gli fu la propria croce
che di sue pene il senso
gli tolse il suo morir.
Or se per grande orror tremò la terra
morir vedendo un Dio fra tormenti sì rei,
uomo, trema ancor tu che terra sei!

Giovanni Battista Ferrandini
Giovanni Battista [Zaneto] Ferrandini (Venezia c.1710 - München 1791). Allievo di Antonio Biffi al Conservatorio dei Mendicanti a Venezia si trasferì giovanissimo a Monaco di Baviera dove ottenne posto (1722-1726) come oboista presso il Duca Ferdinando di Baviera. Dal 1723 Ferrandini ricoprì l'incarico di compositore di corte dell'Elettore Karl Albrecht. Fu durante questo periodo che cambiò il suo nome di battesimo originario Zaneto in Giovanni Battista. Sempre nello stesso periodo l'editore Le Cène di Amsterdam pubblicò le sue Sei sonate per flauto traversiere e basso, op. 1 alle quali seguirono le Sei Sonate a flauto traverso o oboe, o violino e basso continuo, op. 2 pubblicate a Parigi da Boivin e Le Clerc.
Nel 1753 fu inaugurato il nuovo Residenztheater di Monaco con un opera di Ferrandini: Catone in Utica. Alla fine dello stesso anno intraprese un viaggio in Italia. Nel 1755 per motivi di salute si trasferì a Padova. Qui, nel 1771, Leopold e Wolfgang Mozart gli fecero visita e nell'occasione il giovane genio di Salisburgo si esibì al clavicembalo. Nel 1790 Ferrandini fece ritorno a Monaco dove si spense il 25 settembre dell'anno successivo.
Durante la sua vita Ferrandini godette di ottima reputazione specialmente come compositore per il teatro d'opera. Oltre a musica per il teatro Ferrandini compose diverse cantate, arie, canzonette. La sua produzione strumentale comprende oltre alle citate sonate per flauto, sinfonie e altre composizioni da camera.

Cette anthologie dédiée à la Vierge réunit trois chefs-d'oeuvre qui ont connu des fortunes bien diverses depuis que s'est amorcé le vaste mouvement de redécouverte de la musique ancienne. La cantate Il pianto di Maria : "Giunta l'ora fatal", longtemps attribuée à Haendel, est sans nul doute la plus rare. C'est également son interprétation qui fait tout le prix de l'album. Sauf erreur, elle n'a été enregistrée qu'une fois, il y a dix ans, par Anne Sofie von Otter et l'ensemble Musica Antiqua Köln, placés sous la direction de Reinhard Goebel (ARCHIV). La cavatine "Se d'un Dio fui fatta Madre", sublimée par les couleurs crépusculaires et les inflexions doloristes du mezzo, nous touchait déjà droit au coeur et s'insinuait durablement dans notre mémoire. S'ils rectifiaient l'erreur d'attribution dans le livret, les pionniers annonçaient Haendel en couverture, une accroche plus vendeuse que l'obscur Giovanni Battista Ferrandini. Elève de Biffi, ce Vénitien arriva enfant à Munich où, de simple hautboïste, il devint le compositeur attitré de l'électeur Karl Albrecht. L'ouverture du nouvel Opéra de Munich en 1753 avec son Catone in Utica donne une idée de la renommée qui fut la sienne en tant que compositeur d'opéra. Autre témoignage d'estime, et non des moindres : Leopold et Wolfgang Mozart lui rendirent visite dans sa dernière demeure à Padoue, en 1771.
La Vierge de Ferrandini est tout sauf abattue et résignée. C'est une mère rebelle qui hurle sa douleur, accuse le Ciel d'avoir abandonné son fils et ose des paroles menaçantes où semble poindre un désir de vengeance, à moins qu'il ne s'agisse d'une prophétie : "Si, à notre grand effroi, la terre tremble maintenant, à voir un Dieu mourir parmi les tourments des criminels, tremble aussi, Homme, car tu es terre !". L'injustice, la cruauté du sort qui frappe Jésus lui arrachent des cris de souffrance et de colère et lui inspirent des accents tour à tour farouches et tendres. Les récitatifs accompagnés se révèlent d'une efficacité redoutable et infiniment plus éloquents que le réalisme cru, sanguinolent et malsain d'une Passion actuellement à l'affiche des salles de cinéma. Agnès Mellon incarne cette mère suppliciée avec une vérité bouleversante. Son investissement est total, elle habite chaque mot, elle épouse, sans tricher, la véhémence des affects qui la déchirent. Le chant ardent, mais fragile de celle qui fut et sera à jamais
(1) l'Amour, un peu vert, mais irrésistible d'Anacréon  (Rameau), l'Ange du Requiem de Fauré ("Pie Jesu"), Sangaride (Atys), Creüse (Médée) et Télaïre (Castor et Pollux), n'a rien perdu de son extraordinaire pouvoir émotionnel. L'artiste, trop discrète depuis quelques années, nous revient comme libérée, plus extravertie et dotée d'une assurance nouvelle. http://www.forumopera.com/v1/critiques/Maria_Madre_di_dio.htm

Quelques versions à écouter:
Avec Anne Sofie von Otter, sous la dir. de Reinhardt Goebel, Musica Antiqua Köln, Archiv, 1994
Agnes Mellon sous la dir. de Monica Huggett, Ensemble Arion, 2003
Bernarda Fink sous la dir. d'Antonio Antonini, Il Giardino Armonico, L'Oiseau-Lyre-Decca, 2009
sur YouTube, Vivica Genaux sous la dir. de Christophe Rousset, Les Talens Lyriques

14 novembre, 2011

Casanova, la passion de la liberté

Casanova, la passion de la liberté

du 15 novembre 2011 au 19 février 2012 François-Mitterrand / Grande Galerie 

La BnF a acquis en février 2010 le splendide manuscrit, écrit en français, de l’Histoire de ma vie de Giacomo Casanova (né à Venise en 1725, mort à Dux, en Bohême en 1798).
Pour célébrer cet événement, elle consacre une grande exposition à cet étonnant personnage et écrivain. Le nom de Casanova a longtemps été synonyme d’« homme à femmes », un Casanova ou un Don Juan étant des termes plus ou moins interchangeables. S’il y a une différence dans la manière dont ces deux personnages conçoivent la séduction, il n’y a aucune commune mesure dans leur statut : Don Juan est une création légendaire, Casanova a été créé par Casanova lui-même, aussi talentueux pour l’art de la mise en scène que pour l’allant de la narration. Le but premier de cette exposition est de révéler cette force d’écriture au grand public. Et, dans le même mouvement, d’entraîner le visiteur sur les pas de cet extraordinaire aventurier du plaisir. Toujours soucieux de ne jamais sacrifier sa liberté ni à une femme, ni à toutes les rencontres, il parcourt les routes de Venise à Madrid en passant par Moscou, et incarne, entre ombres et lumières, des facettes contrastées de son temps. Le scénario de l’exposition est construit comme une pièce en dix actes (à l’image des dix livres que comporte le manuscrit) qui invite à la découverte du monde sensuel, audacieux et baroque de Casanova. À travers la présentation de pièces exceptionnelles (gravures, peintures, sculptures, vues d’optique, objets, collections d’étoffes, films et musiques), l’exposition fait appel à tous les sens du visiteur. L’inventive mise en scène de Massimo Quendolo transmet la formidable énergie et la magie qui animent Casanova.

mardi - samedi de 10h à 19h
dimanche de 13h à 19h
sauf lundi et jours fériés
tarif plein : 7 €
tarif réduit : 5 €

En complément à cette exposition, France-Culture propose plusieurs émissions autour de Casanova:

CASANOVA, LA PASSION DE LA LIBERTE
En partenariat avec la Bibliothèque nationale de France à l’occasion de l’exposition « Casanova, la passion de la liberté », France Culture explore la vie et l’oeuvre de Giacomo Casanova samedi 26 novembre, avec une soirée spéciale de 22h à 0h, présentée par François Angelier :

Mémoires de Casanova, extraits lus par Stanislas Nordey
Giacomo Casanova est l’un des personnages les plus fascinants du XVIII° siècle. Grand séducteur, il honora plus de 122 femmes et déclara : Le mariage est un sacrement que j’abhorre parce que c’est le tombeau de l’amour. Epris de liberté, d’aventures, il sillonna toute l’Europe et fut aussi un grand écrivain des Lumières. Il consacra les dernières années de sa vie à son autobiographie, Histoire de ma vie, qu’il composa en français, afin de jouir de ses souvenirs d’antan…

22h – 0h MAUVAIS GENRES
Vie et univers de Casanova vus sous ses angles-fétiches : érotisme, ésotérisme, escroquerie mondaine, musique, en compagnie de quelques casanoviens férus : Noëlle Châtelet, Michel Delon, Patrick Wald-Lasowski, Jean-Baptiste Thoret...

du lundi 28 novembre au jeudi 1er décembre
9h - 10h LA FABRIQUE DE L'HISTOIRE par Emmanuel Laurentin 
Semaine consacrée à Casanova, ses activités d'espion, de cabaliste, d'homme d'affaire peu doué, de charmeur talentueux et de mondain nomade européen, avec notamment mardi 29 novembre Casanova in Paris, un documentaire d'Anaïs Kien et Séverine Cassar, sur les rapports qu'entretint Casanova avec Paris, les Lumières et les salons parisiens ; mercredi 30 novembre Histoire de ma vie ou l’histoire rocambolesque du manuscrit de Casanova ; jeudi 1er décembre Casanova, un Européen ? 

12 novembre, 2011

Escale gourmande



Cet été, après un arrêt inspirant en Normandie – contrée qui a récemment fait l’objet d’une émission –, Josée di Stasio a pris la direction de l’envoûtante Venise.
Si bien qu’on la rejoint cette semaine avec grand plaisir pour explorer les petites habitudes gourmandes qui font le quotidien des Vénitiens!
Nos guides, Simonetta Greggio (auteure) et Giovanni Cremonini (musicien et restaurateur), deux passionnés des lieux, partagent avec nous souvenirs d’enfance, adresses coups de cœur et amour des produits traditionnels. Entre un arrêt au marché et quelques visites chez des marchands et restaurateurs qui veulent bien partager quelques recettes, on en profite pour s’imprégner du rythme de vie unique qui caractérise Venise.
Cocktails, bouchées pour l’apéro (fameuses cichettis), pasta fagioli, carpaccio de bœuf, langoustes et aubergines in saor sont au nombre des sublimes saveurs « typiques » à découvrir. Buon appetito! (texte extrait du site de Télé-Québec)


Pour voir la vidéo:
http://video.telequebec.tv/video/9138/venise